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Paolo Budinich e i paradossi dell’avventura

petek 23.09.2016
Auditorium del Museo Revoltella
Dopo il successo degli spettacoli su Max Fabiani e Margherita Hack, Diana Höbel torna a mettere in scena le biografie dei triestini di rilevanza internazionale scegliendo di portare per la prima volta a teatro la vita di Paolo Budinich, il padre di “Trieste-Città della Scienza”

Approda per la prima volta a teatro la vita di Paolo Budinich, lo scienziato che, dopo aver fondato, in piena guerra fredda insieme ad Abdus Salam, il Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP), ha gettato le basi per la nascita della maggior parte degli istituti di ricerca del territorio, trasformando Trieste in un polo scientifico d’eccellenza a livello internazionale.
Lo spettacolo “Paolo Budinich e i paradossi dell’avventura”, in assoluto il primo a mettere in scena la biografia del padre della Trieste scientifica, debutta a Trieste venerdì 23 settembre alle 20.30 all’Auditorium del Museo Revoltella.
L’opera, scritta e diretta da Diana Höbel, arriva a teatro in occasione del centesimo anniversario dalla nascita di Paolo Budinich, omaggiato a Trieste da “L’arcipelago della meraviglie. Mostra a 100 anni dalla nascita di Paolo Budinich”, inaugurata il 26 agosto scorso dalle autorità cittadine con una gremita cerimonia in Consiglio comunale e la testimonianza dello scrittore Claudio Magris.
Organizzato da SISSA e inserito nel programma di Trieste Next, lo spettacolo rappresenta l’ultimo, e il più importante, della serie di eventi promossi nell’ambito della mostra, che fino al 25 settembre resterà aperta a Palazzo Costanzi (ogni giorno dalle 10 alle 20) e che è stata realizzata da SISSA e Immaginario Scientifico con il contributo del Comune di Trieste e in collaborazione con Sede Rai FVG, Università degli Studi di Trieste, Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” (ICTP), The World Academy of Sciences (TWAS) e Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze (FIT).
“Paolo Budinich e i paradossi dell’avventura” rappresenta inoltre il terzo progetto autoriale di Diana Höbel, l’artista di origine napoletana che, dopo essere stata diretta da registi del calibro di Massimo Castri e Luca Ronconi, si è affermata nel teatro di narrazione anche nelle vesti di autrice e regista, scegliendo di raccontare le storie di vita di triestini che hanno lasciato un segno nella comunità internazionale.
Risale al 2015 il debutto al Festival della Scienza di Genova di “8558 Hack”, lo spettacolo dedicato all’astrofisica italiana scritto, diretto e interpretato da Höbel e successivamente trasformato nel radiodramma di tre puntate prodotto da RadioRaiUno Fvg.
Nasce invece nel 2013 il primo dei progetti intrapresi da Höbel per raccontare le figure del territorio che hanno lasciato un’impronta significativa nel mondo. Si tratta di “Max Fabiani e l’anima del mondo”, scritto insieme a Giulio Costa e andato in scena per la prima volta nell’ex Hotel Balkan, il palazzo di via Filzi che nel 1902-04 venne costruito dal celebre architetto e che oggi è sede universitaria.
«Come mi capitò con Max Fabiani e Margherita Hack – così Höbel – anche in questo caso mi sono fatta rapire dalla figura di Paolo Budinich. Mi ha colpito la sua straordinaria intraprendenza, la sua energia, il suo coraggio, il suo spirito di avventura, e ancora, la sua capacità di perseguire i suoi progetti senza scopi personali, con l’unico obiettivo di restituire alla comunità le sue creature».
Creature che, dopo la nascita, nel 1964, dell’ICTP, si chiamano Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), Area Science Park, sincrotrone Elettra, Centro Internazionale di Genetica e Biotecnologie (ICBEG) e Immaginario Scientifico; in poche parole, il fulcro della “Città della scienza”, l’insieme degli istituti che Budinich sceglie, in maniera lungimirante, di non tenere sotto la sua direzione ma di affidare ad altri, partendo proprio dal Nobel Salam cui affida la guida del Centro Internazionale di Fisica Teorica.
Non che, nella sua impresa, il vento non gli abbia mai remato contro. A darne voce, sul palco, l’attore udinese Daniele Fior, rientrato da poco in Italia dove si diplomò all’Accademia d’Arte “Silvio d’Amico” di Roma e dove si è specializzato in doppiaggio con il maestro Mario Maldesi. Oltre ad essere la voce narrante di Pinocchio nell’audiolibro ufficiale della Fondazione Collodi, a livello teatrale Fior ha lavorato, fra gli altri, con Antonio Latella, Muta Imago e Fortunato Cerlino; al cinema con Sergio Rubini e Mario Martone.
Mantenendo la metafora del “Budinch-Capitano di mare” qual era, le voci di Höbel e Fior si rimpallano la storia in un ritmo che cattura lo spettatore per tutta la durata dello spettacolo.
La scena rapisce grazie anche alle ballate che intensificano il pathos degli attori nei momenti di snodo del racconto: è in quei tratti che le due voci vengono accompagnate dalle musiche originali, composte appositamente per lo spettacolo dai due fratelli musicisti triestini, Daniele e Stefano Mastronuzzi, in arte “Baby Gelido”.
Il risultato sono ottanta minuti di spettacolo che permettono a chiunque di farsi contagiare dall’energia del Capitano.
Lo spettacolo, gratuito, è accessibile previa prenotazione sul sito di TriesteNext:
www.triestenext.it - per ogni computer è possibile effettuare una sola prenotazione. Informazioni alla pagina Facebook “L’Arcipelago delle meraviglie”.
Auditorium del Museo Revoltella
Via A. Diaz, 27
34100 Trieste

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