Fratello Sole...
četrtek 28.09.2017
– torek 17.10.2017
– torek 17.10.2017
Mostra personale di Brigida Nussdorfer
Brigida Nussdorfer ritorna alla Sala Comunale d’Arte di Trieste con una mostra che la conferma e la consacra disegnatrice di poesia. Il titolo è emblematico (Fratello Sole...) e già anticipa molto del messaggio che la Nussdorfer intende comunicare attraverso la sua espressività creativa. Artisticamente la sua pittura rimanda all’espressionismo tedesco, con colori decisi, superfici timbriche, pennellate gestuali: l’ispirazione trova sicuramente spunti nel paesaggio del Carso e nella Valle del Vipacco; culturalmente la Nussdorfer guarda più lontano, fino agli indiani Navajos che un tempo dominavano la valle del San Juan, tra l’attuale Utah, l’Arizona e il Nuovo Messico. Il Carso è quello “duro e buono” di Scipio Slataper, secondo il quale ogni filo d’erba doveva spaccare la roccia per spuntare, tant’è che nella campitura dei suoi quadri il paesaggio appare come spaccato geologico, per permettere una ispirazione intimistica alla ricerca dell’emozionalità interiore dell’artista; il sole non è solamente il simbolo della luce e del calore, ma nell’interpretazione dei Navajos rappresenta l’origine della vita, del calore, della crescita ed è il simbolo di tutto ciò che è buono, tant’è che lo ritroviamo spesso nei loro mantelli policromi. L’impatto è con una pittura semplice, ma solo in apparenza, perchè in effetti questa essenzialità permette alla Nussdorfer di coniugare realtà e fantasia, con una sintesi che non intacca la poesia e l’ingenuità sincera partecipa attivamente alla rappresentazione. Le pennellate sono gestuali ma sinuose, perchè il colore non deve limitarsi a coprire la superficie ma riflettere invece delle inquietudini interiori, attraverso un lirismo dolce che parla di memorie, passioni, dolori e sentimenti. Nel paesaggio spesso compare il sole, stilizzato e acceso, in una interpretazione fiabesca della natura e della realtà, quasi una fantasiosa trasmutazione dell’ambiente, un sole che per l’artista sussurra al vento, che si staglia in spazi infiniti, che parla la voce sommessa dello spirito e delle emozioni, che fa spiccare il volo ai sogni e ai ricordi dell’infanzia. Ogni quadro della Nussdorfer diventa così un diario di malinconie e di abbandoni, di riflessioni e di gioe, di letizia e di luce interiore, un inno alla vita, una riaffermazione della supremazia dei valori dello spirito, del cuore, della sensibilità e del dono rispetto ai falsi valori che l’odierna società relativistica tenta di inculcarci, omologandoci in una realtà individualista ed egoista.
Brigida Nussdorfer ritorna alla Sala Comunale d’Arte di Trieste con una mostra che la conferma e la consacra disegnatrice di poesia. Il titolo è emblematico (Fratello Sole...) e già anticipa molto del messaggio che la Nussdorfer intende comunicare attraverso la sua espressività creativa. Artisticamente la sua pittura rimanda all’espressionismo tedesco, con colori decisi, superfici timbriche, pennellate gestuali: l’ispirazione trova sicuramente spunti nel paesaggio del Carso e nella Valle del Vipacco; culturalmente la Nussdorfer guarda più lontano, fino agli indiani Navajos che un tempo dominavano la valle del San Juan, tra l’attuale Utah, l’Arizona e il Nuovo Messico. Il Carso è quello “duro e buono” di Scipio Slataper, secondo il quale ogni filo d’erba doveva spaccare la roccia per spuntare, tant’è che nella campitura dei suoi quadri il paesaggio appare come spaccato geologico, per permettere una ispirazione intimistica alla ricerca dell’emozionalità interiore dell’artista; il sole non è solamente il simbolo della luce e del calore, ma nell’interpretazione dei Navajos rappresenta l’origine della vita, del calore, della crescita ed è il simbolo di tutto ciò che è buono, tant’è che lo ritroviamo spesso nei loro mantelli policromi. L’impatto è con una pittura semplice, ma solo in apparenza, perchè in effetti questa essenzialità permette alla Nussdorfer di coniugare realtà e fantasia, con una sintesi che non intacca la poesia e l’ingenuità sincera partecipa attivamente alla rappresentazione. Le pennellate sono gestuali ma sinuose, perchè il colore non deve limitarsi a coprire la superficie ma riflettere invece delle inquietudini interiori, attraverso un lirismo dolce che parla di memorie, passioni, dolori e sentimenti. Nel paesaggio spesso compare il sole, stilizzato e acceso, in una interpretazione fiabesca della natura e della realtà, quasi una fantasiosa trasmutazione dell’ambiente, un sole che per l’artista sussurra al vento, che si staglia in spazi infiniti, che parla la voce sommessa dello spirito e delle emozioni, che fa spiccare il volo ai sogni e ai ricordi dell’infanzia. Ogni quadro della Nussdorfer diventa così un diario di malinconie e di abbandoni, di riflessioni e di gioe, di letizia e di luce interiore, un inno alla vita, una riaffermazione della supremazia dei valori dello spirito, del cuore, della sensibilità e del dono rispetto ai falsi valori che l’odierna società relativistica tenta di inculcarci, omologandoci in una realtà individualista ed egoista.
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste