Mariti e mogli
sreda 04.04.2018
– nedelja 08.04.2018
Politeama Rossetti
– nedelja 08.04.2018
Politeama Rossetti
L’ironia di Woody Allen arriva a teatro grazie al talento di Monica Guerritore e all’intuizione di Francesca Reggiani. Le due attrici portano in scena assieme a un’ottima compagnia “Mariti e mogli”, gustosa commedia dell’artista statunitense, che indaga sulle dinamiche di coppia con cinismo e humour. Monica Guerritore ha curato anche la regia dello spettacolo e l’adattamento della sceneggiatura che per la prima volta in assoluto trova la via del palcoscenico. “Mariti e mogli” va in scena al Politeama Rossetti, per la stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, da mercoledì 4 aprile.
Al talento di Monica Guerritore e all’intuizione di Francesca Reggiani si deve l’attivo a teatro della piacevolissima commedia “Mariti e mogli” tratta dall’omonimo film di Woody Allen. Il nuovo appuntamento della stagione “Prosa” del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è in cartellone da mercoledì 4 a domenica 8 aprile.
«Nella mia scrittura teatrale dalla sceneggiatura del film di Allen tutto accade in una notte piena di pioggia in un luogo che con il passare delle ore diventerà una sala da ballo, una sala d'attesa, un ristorante deserto e che costringe gli otto i personaggi (mariti, mogli, amanti e altro...) al “girotondo di piccole anime che sempre insoddisfatte girano e girano intrappolate nella insoddisfazione cronica di una banale vita borghese” (Allen). Tradendo le location del film (Manhattan e altro) evoco nel luogo teatrale unico, i luoghi delle vite coniugali e nelle simultaneità delle relazioni e degli intrecci clandestini, nelle rotture e improvvise riconciliazioni, percepisco le “piccole altezze degli esseri umani” cosi familiari a Bergman, a Strindberg. E nel perdersi in danze all'unisono su musiche bellissime da Louis Armstrong a Etta James, Cechov e il tempo che intanto scivola via».
Monica Guerritore, racconta poeticamente “Mariti e mogli” di Woody Allen, di cui ha curato l’adattamento, la regia e che interpreta assieme a Francesca Reggiani, attorniata da un affiatatissimo cast.
Il suo lavoro di scrittura e la sua visione registica hanno convinto l’artista statunitense a consentire che – in quest’occasione per la prima volta in assoluto – la sua sceneggiatura del 1992 venisse portata su un palcoscenico teatrale.
A considerare l’accoglienza del pubblico, riservata alla commedia in ogni tappa della tournée, Woody Allen ci ha visto giusto: lo spettacolo è un successo e coniuga ironia, divertimento, all’analisi sottile e “senza sconti” dell’uomo contemporaneo che è tipica di questo autore, e intreccia riflessione e sorrisi.
L’intuizione è stata di Francesca Reggiani: «Considero Allen un genio – ha dichiarato l’attrice al Corriere della Sera – ho avuto occasione di leggere la sceneggiatura e me ne sono innamorata. Lì ho avuto un’illuminazione e ho pensato di proporlo a Monica Guerritore perché ne facesse un adattamento a teatro. È la prima volta che lavoriamo assieme».
Il plot di “Mariti e mogli” immagina che un nubifragio trasformi una consueta serata fra amici in una claustrofobica occasione per sfoderare “pubbliche confessioni”, malcelati sotterfugi, rivelazioni, intrighi clandestini che divertono il pubblico ma esprimono anche la brillante capacità di penetrazione di Allen nei recessi della psiche e della coscienza dell’uomo contemporaneo, ritratto in modo assai godibile in tutti i suoi momenti di fragilità, vigliaccheria o spavalderia.
Lo spettacolo tratteggia i ménage di coppia nella loro sconfortante prevedibilità e la vita nella sua continua capacità di sorprendere: e così se lo scroscio notturno di rivelazioni è aperto da un marito e moglie che annunciano la loro separazione (civile e condivisa soltanto a livello di facciata), si finirà per assistere alla loro insospettabile riconciliazione e alla rottura inattesa di un altro legame, apparentemente inscalfibile. Fra un confronto e l’altro, fra una battuta graffiante e un’incredibile evoluzione della trama, si attraversano le vite dei protagonisti cullati da una fluida, accattivante colonna sonora: un linguaggio musicale che – nell’efficace lettura registica di Monica Guerritore – riesce a sottolineare, commentare, accompagnare ogni emozione del testo, ogni vibrazione che si muove nell’anima dei personaggi.
Al talento di Monica Guerritore e all’intuizione di Francesca Reggiani si deve l’attivo a teatro della piacevolissima commedia “Mariti e mogli” tratta dall’omonimo film di Woody Allen. Il nuovo appuntamento della stagione “Prosa” del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è in cartellone da mercoledì 4 a domenica 8 aprile.
«Nella mia scrittura teatrale dalla sceneggiatura del film di Allen tutto accade in una notte piena di pioggia in un luogo che con il passare delle ore diventerà una sala da ballo, una sala d'attesa, un ristorante deserto e che costringe gli otto i personaggi (mariti, mogli, amanti e altro...) al “girotondo di piccole anime che sempre insoddisfatte girano e girano intrappolate nella insoddisfazione cronica di una banale vita borghese” (Allen). Tradendo le location del film (Manhattan e altro) evoco nel luogo teatrale unico, i luoghi delle vite coniugali e nelle simultaneità delle relazioni e degli intrecci clandestini, nelle rotture e improvvise riconciliazioni, percepisco le “piccole altezze degli esseri umani” cosi familiari a Bergman, a Strindberg. E nel perdersi in danze all'unisono su musiche bellissime da Louis Armstrong a Etta James, Cechov e il tempo che intanto scivola via».
Monica Guerritore, racconta poeticamente “Mariti e mogli” di Woody Allen, di cui ha curato l’adattamento, la regia e che interpreta assieme a Francesca Reggiani, attorniata da un affiatatissimo cast.
Il suo lavoro di scrittura e la sua visione registica hanno convinto l’artista statunitense a consentire che – in quest’occasione per la prima volta in assoluto – la sua sceneggiatura del 1992 venisse portata su un palcoscenico teatrale.
A considerare l’accoglienza del pubblico, riservata alla commedia in ogni tappa della tournée, Woody Allen ci ha visto giusto: lo spettacolo è un successo e coniuga ironia, divertimento, all’analisi sottile e “senza sconti” dell’uomo contemporaneo che è tipica di questo autore, e intreccia riflessione e sorrisi.
L’intuizione è stata di Francesca Reggiani: «Considero Allen un genio – ha dichiarato l’attrice al Corriere della Sera – ho avuto occasione di leggere la sceneggiatura e me ne sono innamorata. Lì ho avuto un’illuminazione e ho pensato di proporlo a Monica Guerritore perché ne facesse un adattamento a teatro. È la prima volta che lavoriamo assieme».
Il plot di “Mariti e mogli” immagina che un nubifragio trasformi una consueta serata fra amici in una claustrofobica occasione per sfoderare “pubbliche confessioni”, malcelati sotterfugi, rivelazioni, intrighi clandestini che divertono il pubblico ma esprimono anche la brillante capacità di penetrazione di Allen nei recessi della psiche e della coscienza dell’uomo contemporaneo, ritratto in modo assai godibile in tutti i suoi momenti di fragilità, vigliaccheria o spavalderia.
Lo spettacolo tratteggia i ménage di coppia nella loro sconfortante prevedibilità e la vita nella sua continua capacità di sorprendere: e così se lo scroscio notturno di rivelazioni è aperto da un marito e moglie che annunciano la loro separazione (civile e condivisa soltanto a livello di facciata), si finirà per assistere alla loro insospettabile riconciliazione e alla rottura inattesa di un altro legame, apparentemente inscalfibile. Fra un confronto e l’altro, fra una battuta graffiante e un’incredibile evoluzione della trama, si attraversano le vite dei protagonisti cullati da una fluida, accattivante colonna sonora: un linguaggio musicale che – nell’efficace lettura registica di Monica Guerritore – riesce a sottolineare, commentare, accompagnare ogni emozione del testo, ogni vibrazione che si muove nell’anima dei personaggi.