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Nina Vlados: Connessione trascendentale

sreda 18.07.2018
– sreda 08.08.2018
Sala Comunale d'Arte
Un cromatismo morbido ma intenso e un segno incisivo e nel contempo delicato, tendenzialmente curvilineo - scrive Accerboni - contraddistinguono il messaggio artistico-esoterico di Nina Vlados, pittrice, scultrice e pranoterapeuta di origine russa, attiva da tre anni in Italia. E’ questa una rassegna dal linguaggio soave e sottilmente onirico, che sgorga direttamente dall’energia creativa dell’autrice, rasserenante come un flusso benefico. Un’arte popolata di sguardi, allusioni, voci interiori, che Nina crea naturalmente, così come le sue poesie e le sue composizioni musicali, senza aver mai fatto studi specifici. In mostra compaiono i lavori realizzati dal 2001 a oggi: disegni a matita su carta, acrilici su tela e su carta, acquarelli, pastelli su carta Cashmere e le porcellane realizzate nell’ultimo anno e mezzo, pazientemente composte con pigmenti colorati, inseriti, elemento per elemento, nel materiale fine China bons, noto per i suoi elevati livelli di resistenza, di colore bianco e traslucenza. Oggetti quest’ultimi, dal soffio poetico, realizzati mediante la tecnica di origine giapponese nerikomi (da neri, che significa mescolare miscele di colori diversi, e komi, che allude all’atto di schiacciare la materia dentro una forma o uno stampo), in cui s’intravvede la memoria di certa iconografia russa legata all’antica tradizione teatrale di quel paese, a partire dal popolare balagan del XVIII e XIX secolo.
Un immaginario - conclude Accerboni - che ci parla di positività e di altri mondi, attraverso un’arte di natura organica, intimamente legata alla natura, di cui Nina si fa tramite attraverso la sua arte sottilmente intessuta di armonia e latrice di serenità, che va al di là del visibile e c’induce alla meditazione.

Nina Vlados è nata a Soči sul Mar Nero, in Russia. Nel ’92 si trasferisce in Slovenia, dov’è vissuta a Raune, e da qui approda a Trieste, porta d’Oriente, dove la sua raffinata pittura riscuote consenso: fatto che la induce a presentare pubblicamente la propria personale interpretazione di un mondo ideale, iperboreo e quindi felice, intriso di luce, in cui affiorano volti e altri dettagli organici, che alludono al denso rapporto esistente tra uomo, arte e natura.
Nina costruisce un universo e invia un messaggio dagli echi idilliaci, misteriosi e allusivi, estremamente positivo poiché in essi suggerisce che l’uomo può sempre evolversi e migliorare, riconoscendo in se stesso e sviluppando capacità e inclinazioni sempre nuove e più ampie: un messaggio dunque di amore, fiducia e speranza, che l’artista afferma di recepire dall’alto. La pittura e la scrittura per la musica sono in Nina due aspetti biunivoci, in perfetta simbiosi con la sua prima vocazione e attività che è quella di curare le persone attraverso la pranoterapia, pratica per la quale è stata insignita, unica in Europa, del certificato d’oro dall’Istituto di Bioelettromagnetica e Nuova Biologia “Bion” di Lubiana.
Frequente è infine, anche nei suoi scritti, la menzione dell’Iperboreo, spazi incantati che la tradizione e la cultura greca delle origini situavano in un Nord estremo, allora sconosciuto. Un paese perfetto, intriso di luce intensa, che ai tempi della Grecia antica fu collocato, tra le varie ipotesi, nella regione delle “ombrose sorgenti” del fiume Istro, oggi Danubio, che alla fine del suo corso si getta nel Mar Nero, dov’è nata Nina. Sempre vicino all’acqua, portatrice di vita e di energia, la cui densità lei riesce a implementare anche a distanza, con il pensiero, come risulta da un ulteriore attestato dello stesso Istituto “Bion” di Lubiana. Un’energia e un sottile dinamismo, cui allude, come una trama sottesa, anche il sobrio ed elegante vortice presente nelle opere dell’artista.

Visitabile tutti i giorni ore 10-13 e 17-20
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste