9 DOIGTS
sreda 20.03.2019
Cinema Ariston
Cinema Ariston
(9 Dita, Francia, 2017, 99′), il nuovo thriller
post-apocalittico e punk del cineatsa indipendente francese F.J.
Ossang, vincitore del Pardo per la Miglior Regia al 70esimo Festival
di Locarno, sarà in programma al cinema Ariston mercoledì 20 marzo
alle ore 19.00 e 21.00 in versione originale sottotitolata,
nell'ambito della rassegna di cinema di fantascienza organizzata da La
Cappella Underground con la sigla del Trieste Science+Fiction
Festival. La proiezione delle ore 19.00 sarà presentata da Beatrice
Fiorentino (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani).
In una stazione dove fermano tutti i treni, Magloire è solo. Tutto è freddo. Mentre fugge da un controllo della Polizia, si imbatte in un uomo morente. Cercando di salvarlo, si impossessa di una mazzetta di denaro contante, mentre l’altro muore. Iniziano per lui i problemi. In un bianco e nero dai contrasti estremi, tra femme fatales e lividi cospiratori, in una narrazione labirintica e claustrofobica, densa di citazioni letterarie e di omaggi all’estetica del cinema espressionista, il viaggio diventa puro tragitto mentale.
François-Jacques Ossang, cineasta, poeta, scrittore e musicista post-surrealista, post-dada, post-esistenzialista, post-punk, in continuo bilico tra generi popolari e colti, tra scenari apocalittici e ombre noir, fonde nel suo quinto film lungometraggio cinema di genere, sovversione, tuffi nel passato (senza nostalgia) e visioni di futuro (tra utopia e rovina).
In una stazione dove fermano tutti i treni, Magloire è solo. Tutto è freddo. Mentre fugge da un controllo della Polizia, si imbatte in un uomo morente. Cercando di salvarlo, si impossessa di una mazzetta di denaro contante, mentre l’altro muore. Iniziano per lui i problemi. In un bianco e nero dai contrasti estremi, tra femme fatales e lividi cospiratori, in una narrazione labirintica e claustrofobica, densa di citazioni letterarie e di omaggi all’estetica del cinema espressionista, il viaggio diventa puro tragitto mentale.
François-Jacques Ossang, cineasta, poeta, scrittore e musicista post-surrealista, post-dada, post-esistenzialista, post-punk, in continuo bilico tra generi popolari e colti, tra scenari apocalittici e ombre noir, fonde nel suo quinto film lungometraggio cinema di genere, sovversione, tuffi nel passato (senza nostalgia) e visioni di futuro (tra utopia e rovina).