My home, in Libya
torek 30.04.2019
Cinema Ariston
Cinema Ariston
Ultimo appuntamento per la rassegna “Trieste Film Festival in Tour”,
martedì 30 aprile alle ore 21.00, al cinema Ariston: la regista
Martina Melilli presenterà il suo film documentario “My home, in
Libya” (Italia, 2018, 66'), vincitore del Premio Corso Salani, che
racconta la storia di italiani fuggiti dalla Libia dopo il colpo di
stato di Gheddafi, ricostruendo memorie familiari e drammi presenti,
il colonialismo italiano di allora e la crisi attuale del
Mediterraneo.
Dal 1970 i nonni di Martina vivono in un piccolo paese vicino a Padova. Nati in Libia negli anni ’30 sono stati espulsi da Gheddafi nel 1970 insieme ad altri 20.000 Italiani. Confiscati tutti i beni, da un giorno all’altro si ritrovano su alcune navi che li riportano in Italia, un luogo che è solo più un simbolo e non un’appartenenza. Da allora Antonio e Narcisa vivono isolati in una casetta piena di modesti ma densi richiami: una manciata di sabbia del Sahara, rose del deserto, piante grasse e un pappagallo di nome Marisa. Il tempo si è fermato, ma non per Martina che vuole saperne di più. Così il nonno disegna per lei, sulla base dei ricordi, la mappa della sua Tripoli, distante ormai quasi mezzo secolo: corso Vittorio Emanuele, la cattedrale, il lungo mare, la via dove avevano il loro negozio di materiale elettrico. Intanto la Libia dei giorni nostri è nel caos più totale e Martina non può verificare con i suoi occhi quanto il nonno le rappresenta. La rete le viene in aiuto e riesce a stabilire un contatto con un giovane libico che, sulla base degli schizzi del nonno, inizia ad inviare immagini della Tripoli di oggi: i nomi delle strade sono cambiati, molti quartieri non esistono più, le milizie armate si dividono la città e spadroneggiano. A poco a poco il rapporto tra Martina e Mahmoud cresce in un fitto scambio di messaggi e immagini via internet. Da una parte una giovane che fa del territorio europeo la sua casa, dall’altra un giovane libico che non vede nessun futuro se non immaginandosi fuori dalla Libia. Martina si avvicina al posto più estremo della Sicilia che si affaccia sul Mediterraneo mentre Mahmoud fa lo stesso dal litorale di Tripoli. I due si guardano senza vedersi, ma ormai si conoscono grazie alla rete. Intanto il nonno affida il suo destino e quello della nipote e di Mahmoud ad una scritta scolpita nel legno che pende da una parete: “tutto arriva per chi sa aspettare”.
Trailer: https://youtu.be/apcCL7aTGik
Informazioni sui siti web
www.aristoncinematrieste.it
www.triestefilmfestival.it
scrittoio.net
Dal 1970 i nonni di Martina vivono in un piccolo paese vicino a Padova. Nati in Libia negli anni ’30 sono stati espulsi da Gheddafi nel 1970 insieme ad altri 20.000 Italiani. Confiscati tutti i beni, da un giorno all’altro si ritrovano su alcune navi che li riportano in Italia, un luogo che è solo più un simbolo e non un’appartenenza. Da allora Antonio e Narcisa vivono isolati in una casetta piena di modesti ma densi richiami: una manciata di sabbia del Sahara, rose del deserto, piante grasse e un pappagallo di nome Marisa. Il tempo si è fermato, ma non per Martina che vuole saperne di più. Così il nonno disegna per lei, sulla base dei ricordi, la mappa della sua Tripoli, distante ormai quasi mezzo secolo: corso Vittorio Emanuele, la cattedrale, il lungo mare, la via dove avevano il loro negozio di materiale elettrico. Intanto la Libia dei giorni nostri è nel caos più totale e Martina non può verificare con i suoi occhi quanto il nonno le rappresenta. La rete le viene in aiuto e riesce a stabilire un contatto con un giovane libico che, sulla base degli schizzi del nonno, inizia ad inviare immagini della Tripoli di oggi: i nomi delle strade sono cambiati, molti quartieri non esistono più, le milizie armate si dividono la città e spadroneggiano. A poco a poco il rapporto tra Martina e Mahmoud cresce in un fitto scambio di messaggi e immagini via internet. Da una parte una giovane che fa del territorio europeo la sua casa, dall’altra un giovane libico che non vede nessun futuro se non immaginandosi fuori dalla Libia. Martina si avvicina al posto più estremo della Sicilia che si affaccia sul Mediterraneo mentre Mahmoud fa lo stesso dal litorale di Tripoli. I due si guardano senza vedersi, ma ormai si conoscono grazie alla rete. Intanto il nonno affida il suo destino e quello della nipote e di Mahmoud ad una scritta scolpita nel legno che pende da una parete: “tutto arriva per chi sa aspettare”.
Trailer: https://youtu.be/apcCL7aTGik
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