Identità di confine di Alessandro Finozzi
sreda 04.09.2019
– nedelja 22.09.2019
Sala Comunale d'Arte
– nedelja 22.09.2019
Sala Comunale d'Arte
Inaugurazione: mercoledì 4 settembre 2019 alle ore 19 con l'introduzione di Paolo Aquilini
Nella pittura di Alessandro Finozzi convivono colori, tempi e luoghi. Il colore è la materia organica dei luoghi di appartenenza, è la polvere che nelle giornate ventose prende possesso dei vestiti di chi incede. I tempi della pittura sono scanditi da un ritmo geometrico, da spazi da colmare nella loro profondità, tessuto da colmare con attese. I luoghi raccontati dalle terre raccolte sui campi su cui generazioni si sono scontrate sono le doline carsiche; la trama del disegno sottolinea ogni volta un accento diverso di una stessa geografia, osservata ogni volta con prospettive inedite.
Finozzi ha ridotto la pittura ad una essenza minima, ha tolto le colle ed i leganti, ha deciso di trasportare il colore sulla tela nella sua nudità, spolpandolo sino alla sua essenza; non è un esercizio tecnico o un semplice virtuosismo ma è prima di ogni altra cosa rispetto per le terre raccolte sulle chine giuliane, impalpabili polveri che una volta asciugate tornano ad essere una porzione di geografia reale ed appartengono ad un luogo, a quel luogo.
Il suo lavoro si incentra sull’utilizzo delle terre naturali quale mezzo per interpretare e dare voce ai luoghi dai quali vengono raccolte: lavate, vagliate, polverizzate a mortaio e setacciate, con esse vengono elaborate complesse geometrie che ne esaltano le peculiarità cromatiche e materiche. Il disegno costituisce la necessaria armatura sulla quale le terre, provenienti dall’Istria, dal Carso triestino, goriziano e sloveno e dalla Dalmazia, trovano un comune campo di esistenza, una sorta di “risarcimento” dei laceranti strappi che ancora oggi si possono vividamente avvertire in questi luoghi.
Ogni volta che guardo un suo quadro ho l’irresistibile desiderio di entrarvi e di camminare su quelle polveri rosse e brune, di percorrere con passi cauti le sfumature, di seguire i sentieri lasciati dai sottili fili del disegno, di perdermi nei bordi della tela e di ritrovare di nuovo un sentiero, forse sempre lo stesso luogo, che mi invita a riguardarlo con occhi attenti e con un giudizio inedito. (Paolo Aquilini)
Alessandro Finozzi
Triestino nato a Milano nel 1958, dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Brera, si laurea in architettura ed opera sia in Italia che all’estero. Nel 2011 espone in una personale presso lo studio FBArtLab e nel 2014 partecipa ad una collettiva in Torre Solea a Milano; nel 2018 presenta due personali al Museo della Seta di Como e al Madera di Milano; nel 2019 al Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata di Trieste partecipa con un’opera inedita alle celebrazioni per i cinquant’anni della rivista “Umago Viva”. Suoi lavori sono presenti in collezioni private ad Alghero, Cantù, Como, Milano, Modena, Palermo, Trieste e Varese.
“… La terra non è materia indifferente, non è un colore da applicare sulla tela; nel mio lavoro ciascuna tinta, l’una sovrapposte all’altra, mantiene la propria matericità, grana e coesione, non viene arbitrariamente mescolata con altre ma preserva intatto il senso della propria identità, frutto di un processo primordiale ed unico, richiamata nella sua semplice e naturale bellezza …” (Alessandro Finozzi)
Orario feriale e festivo: 10-13 / 17-20
Nella pittura di Alessandro Finozzi convivono colori, tempi e luoghi. Il colore è la materia organica dei luoghi di appartenenza, è la polvere che nelle giornate ventose prende possesso dei vestiti di chi incede. I tempi della pittura sono scanditi da un ritmo geometrico, da spazi da colmare nella loro profondità, tessuto da colmare con attese. I luoghi raccontati dalle terre raccolte sui campi su cui generazioni si sono scontrate sono le doline carsiche; la trama del disegno sottolinea ogni volta un accento diverso di una stessa geografia, osservata ogni volta con prospettive inedite.
Finozzi ha ridotto la pittura ad una essenza minima, ha tolto le colle ed i leganti, ha deciso di trasportare il colore sulla tela nella sua nudità, spolpandolo sino alla sua essenza; non è un esercizio tecnico o un semplice virtuosismo ma è prima di ogni altra cosa rispetto per le terre raccolte sulle chine giuliane, impalpabili polveri che una volta asciugate tornano ad essere una porzione di geografia reale ed appartengono ad un luogo, a quel luogo.
Il suo lavoro si incentra sull’utilizzo delle terre naturali quale mezzo per interpretare e dare voce ai luoghi dai quali vengono raccolte: lavate, vagliate, polverizzate a mortaio e setacciate, con esse vengono elaborate complesse geometrie che ne esaltano le peculiarità cromatiche e materiche. Il disegno costituisce la necessaria armatura sulla quale le terre, provenienti dall’Istria, dal Carso triestino, goriziano e sloveno e dalla Dalmazia, trovano un comune campo di esistenza, una sorta di “risarcimento” dei laceranti strappi che ancora oggi si possono vividamente avvertire in questi luoghi.
Ogni volta che guardo un suo quadro ho l’irresistibile desiderio di entrarvi e di camminare su quelle polveri rosse e brune, di percorrere con passi cauti le sfumature, di seguire i sentieri lasciati dai sottili fili del disegno, di perdermi nei bordi della tela e di ritrovare di nuovo un sentiero, forse sempre lo stesso luogo, che mi invita a riguardarlo con occhi attenti e con un giudizio inedito. (Paolo Aquilini)
Alessandro Finozzi
Triestino nato a Milano nel 1958, dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Brera, si laurea in architettura ed opera sia in Italia che all’estero. Nel 2011 espone in una personale presso lo studio FBArtLab e nel 2014 partecipa ad una collettiva in Torre Solea a Milano; nel 2018 presenta due personali al Museo della Seta di Como e al Madera di Milano; nel 2019 al Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata di Trieste partecipa con un’opera inedita alle celebrazioni per i cinquant’anni della rivista “Umago Viva”. Suoi lavori sono presenti in collezioni private ad Alghero, Cantù, Como, Milano, Modena, Palermo, Trieste e Varese.
“… La terra non è materia indifferente, non è un colore da applicare sulla tela; nel mio lavoro ciascuna tinta, l’una sovrapposte all’altra, mantiene la propria matericità, grana e coesione, non viene arbitrariamente mescolata con altre ma preserva intatto il senso della propria identità, frutto di un processo primordiale ed unico, richiamata nella sua semplice e naturale bellezza …” (Alessandro Finozzi)
Orario feriale e festivo: 10-13 / 17-20
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste