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Proprietà e atto

torek 14.01.2020
– nedelja 19.01.2020
Politeama Rossetti
Edward Albee, l’autore di “Chi ha paura di Virginia Woolf” scomparso qualche anno fa, disse di Will Eno che il suo lavoro era «creativo, ordinato e, allo stesso tempo, caotico ed evocativo. Ha un orecchio splendido e una mente veloce», qualità che hanno fatto del drammaturgo statunitense uno dei più originali e rappresentativi indagatori della nostra epoca. Il suo teatro minimale, apprezzatissimo dal pubblico e dalla critica, lo ha rivelato al Festival di Edimburgo e lo ha condotto fra i finalisti del Premio Pulitzer nel 2005, per “Thom Pain” (monologo applaudito nel 2011 anche nella stagione dello Stabile regionale, nell’interpretazione di Elio Germano): un testo molto legato a “Proprietà ed atto”, perché propone, come quest’ultimo, una riflessione sull’esistenza e sul valore delle nostre vite.
Mostrando spirito e senso dell’ironia fin dalla presentazione, lo stesso autore anticipa infatti che “Proprietà e atto” «è un monologo interpretato da un uomo che viene da qualche parte imprecisata e che è arrivato qui. Nei suoi esilaranti e strazianti tentativi di comprendere sé stesso e il mondo che gli è rimasto, o di comprendere noi e il mondo in cui è arrivato, getta una luce decisamente necessaria sulla nostra esperienza collettiva. Il tempo di esecuzione, se l’attore non muore o pensa ad altro, è di circa un’ora».
Leonardo Lidi, regista teatrale fra i più seguiti e accreditati nella generazione dei trentenni, ha scelto per la sua messinscena un interprete singolare ed eclettico, che sicuramente riserverà alle platee notevoli sorprese: si tratta di Francesco Mandelli, volto di MTV e di film di successo, regista, sceneggiatore, ma anche musicista, conduttore televisivo e scrittore, che si addentrerà con convinzione e intuito nella scrittura poetica e assieme sarcastica di Eno.
«La drammaturgia di “Proprietà e atto” – sostiene il regista – consente un viaggio indagatore all’interno della figura e del termine “straniero”. Partendo dalla etimologia della parola, con lo stesso meccanismo grammaticale del protagonista, Will Eno permette una riflessione sullo stato d’animo di chi si definisce extra, ex, strano ed estraneo, dipingendo un agente alieno piombato sul palcoscenico per ricordarci la nostra inadeguatezza». Aneddoti, visioni particolari si susseguono sinuosamente nella drammaturgia tratteggiando il senso della memoria, della solitudine, l’essere “senza dimora” del protagonista, sensazioni che alla fine, però, appartengono anche a chi lo osserva.
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