Vedute e visioni di Porto Vecchio negli scatti della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte e dintorni
sreda 15.01.2020
– sreda 29.01.2020
– sreda 29.01.2020
Visto il gradimento del pubblico, la mostra “Vedute e visioni di Porto Vecchio negli scatti della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte e dintorni” presso la Sala Selva di Palazzo Gopcevich in via Rossini 4, prorogata fino al 2 febbraio 2020 con i seguenti orari: da martedì a domenica, 10-17, prevede nuove visite guidate sempre condotte da Claudia Colecchia, curatrice della mostra, nelle seguenti giornate: mercoledì 15 e 29 gennaio, sabato 1 febbraio, sempre alle ore 16.
Il percorso espositivo si concentra principalmente su quella porzione di Porto Vecchio che oggi sta rinascendo a nuovi usi, e si articola in più sezioni. Nell’ala interna sono collocate le immagini storiche dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento che testimoniano non solo le diverse sensibilità al servizio della rappresentazione del “luogo”, ma anche la varietà delle tecniche fotografiche utilizzate: dalle albumine alle gelatine ai sali d’argento, dalle carte de visite alle fotografie stereoscopiche sino alle cartoline. L’excursus novecentesco si conclude con i reportage degli anni Cinquanta e Sessanta di Adriano de Rota, Ugo Borsatti e dell’agenzia Giornalfoto. Se nelle fotografie più antiche prevale la veduta, ora si predilige la fusione dell’uomo con l’ambiente. Dagli scatti prodotti emerge la cifra stilistica del singolo fotografo ma, al contempo, una comune sensibilità di fondere i paesaggi fisici con quelli umani.
La sala centrale accoglie il visitatore con i positivi di Gabriele Basilico, commissionati dal Comune di Trieste ed esposti in occasione della mostra Trouver Trieste a Parigi. Da qui prende avvio il tema del vedere fotografico riferito all’architettura del Porto Vecchio: tema rilevante sviluppato dal fotografo che indaga forme, caratteri, materiali e tessiture di manufatti e superfici urbane. Sono anni in cui, l’autore, costantemente all’inseguimento dei confini, ama immortalare i porti limes per eccellenza. In una delle ultime interviste rilasciate prima di morire, Basilico sostiene che gli sarebbe piaciuto fotografare ancora i porti: Tutte le città del mondo sono ormai fotografate e allora vorrei ricominciare dai porti. Sono i luoghi in cui la natura e l’architettura si integrano e si contrastano: ci sono le mie strutture industriali, ma non su uno sfondo piatto, ma sul mare e sul cielo. Questa è la perfezione.
Nell’ala esterna del Palazzo, rivolta verso quel canale che fungeva da attracco per le merci, le immagini esposte narrano il luogo attraverso testimonianze autoriali del XXI secolo, conservate in archivio. Le stesse sono state realizzate dal fotografo della Fototeca Marino Ierman, da Eugenio Novajra e generosamente donate dal medesimo, e da Graziano Perotti, concesse in occasione del Trieste Photo Days. In questi scatti la fotografia non è mera fonte di documentazione tecnica, mamedium per la ri-costruzione identitaria del porto: occhi attenti a cogliere lo spirito del luogo e lo stato delle cose, il battere della pendola del tempo, tra un passato che non c’è più e un futuro da inverare.
L’esposizione è completata da una selezione degli scatti realizzati in occasione dell’Instameet svoltosi a Porto Vecchio, nel marzo scorso, nell'ambito della manifestazione della Settimana dell'Amministrazione Aperta, promossa dagli assessorati alla Cultura e alla Comunicazione in collaborazione con gli Igers FVG e Pasocial. In questo caso, si tratta di testimonianze visive condivise in modo ubiquo, orizzontale e simultaneo che, al di là del valore estetico, posseggono un valore documentale perché, come sostiene André Gunthert, consentono alla fotografia amatoriale di contribuire alla costruzione del racconto dell’attualità e alla sua preservazione.
INGRESSO LIBERO
Durata della visita: 50 minuti circa
Altri appuntamenti disponibili su prenotazione (cmsafototeca@comune.trieste.it)
Il percorso espositivo si concentra principalmente su quella porzione di Porto Vecchio che oggi sta rinascendo a nuovi usi, e si articola in più sezioni. Nell’ala interna sono collocate le immagini storiche dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento che testimoniano non solo le diverse sensibilità al servizio della rappresentazione del “luogo”, ma anche la varietà delle tecniche fotografiche utilizzate: dalle albumine alle gelatine ai sali d’argento, dalle carte de visite alle fotografie stereoscopiche sino alle cartoline. L’excursus novecentesco si conclude con i reportage degli anni Cinquanta e Sessanta di Adriano de Rota, Ugo Borsatti e dell’agenzia Giornalfoto. Se nelle fotografie più antiche prevale la veduta, ora si predilige la fusione dell’uomo con l’ambiente. Dagli scatti prodotti emerge la cifra stilistica del singolo fotografo ma, al contempo, una comune sensibilità di fondere i paesaggi fisici con quelli umani.
La sala centrale accoglie il visitatore con i positivi di Gabriele Basilico, commissionati dal Comune di Trieste ed esposti in occasione della mostra Trouver Trieste a Parigi. Da qui prende avvio il tema del vedere fotografico riferito all’architettura del Porto Vecchio: tema rilevante sviluppato dal fotografo che indaga forme, caratteri, materiali e tessiture di manufatti e superfici urbane. Sono anni in cui, l’autore, costantemente all’inseguimento dei confini, ama immortalare i porti limes per eccellenza. In una delle ultime interviste rilasciate prima di morire, Basilico sostiene che gli sarebbe piaciuto fotografare ancora i porti: Tutte le città del mondo sono ormai fotografate e allora vorrei ricominciare dai porti. Sono i luoghi in cui la natura e l’architettura si integrano e si contrastano: ci sono le mie strutture industriali, ma non su uno sfondo piatto, ma sul mare e sul cielo. Questa è la perfezione.
Nell’ala esterna del Palazzo, rivolta verso quel canale che fungeva da attracco per le merci, le immagini esposte narrano il luogo attraverso testimonianze autoriali del XXI secolo, conservate in archivio. Le stesse sono state realizzate dal fotografo della Fototeca Marino Ierman, da Eugenio Novajra e generosamente donate dal medesimo, e da Graziano Perotti, concesse in occasione del Trieste Photo Days. In questi scatti la fotografia non è mera fonte di documentazione tecnica, mamedium per la ri-costruzione identitaria del porto: occhi attenti a cogliere lo spirito del luogo e lo stato delle cose, il battere della pendola del tempo, tra un passato che non c’è più e un futuro da inverare.
L’esposizione è completata da una selezione degli scatti realizzati in occasione dell’Instameet svoltosi a Porto Vecchio, nel marzo scorso, nell'ambito della manifestazione della Settimana dell'Amministrazione Aperta, promossa dagli assessorati alla Cultura e alla Comunicazione in collaborazione con gli Igers FVG e Pasocial. In questo caso, si tratta di testimonianze visive condivise in modo ubiquo, orizzontale e simultaneo che, al di là del valore estetico, posseggono un valore documentale perché, come sostiene André Gunthert, consentono alla fotografia amatoriale di contribuire alla costruzione del racconto dell’attualità e alla sua preservazione.
INGRESSO LIBERO
Durata della visita: 50 minuti circa
Altri appuntamenti disponibili su prenotazione (cmsafototeca@comune.trieste.it)