Be My Voice
torek 08.03.2022
Cinema Ariston
Cinema Ariston
Una giornalista in esilio. Un paese senza libertà. Una voce che
diventa milioni di voci. “BE MY VOICE” (Svezia, 2021, 90′) della
regista Nahid Persson, potentissimo documentario sulla condizione
femminile nell’Iran dell’hijab, sarà in programma al cinema Ariston in
prima visione in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti
della Donna, martedì 8 marzo alle ore 16.30, 18.45 e 21.00. Il film è
distribuito nelle sale italiane da Tucker Film insieme al Pordenone
Docs Fest - Le Voci del documentario dove ha conquistato il Premio del
pubblico.
Essere la voce di chi alla propria voce ha dovuto rinunciare. Essere il punto di connessione tra chi non può parlare e chi, invece, è libero di ascoltare. Questa è l’urgenza narrativa di “Be My Voice”, il nuovo documentario della regista Nahid Persson, film-maker iraniana naturalizzata svedese che racconta una donna, un popolo, una scelta. È la storia di Masih Alinejad, giornalista e attivista, diventata la voce delle donne iraniane nelle battaglie di civiltà e nella ribellione contro l'hijab forzato: guida uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nell’Iran di oggi e usa la sua libertà in esilio per dare voce alla protesta nel suo paese d’origine. Una guerriera lontana dalla sua terra (oggi vive sotto protezione negli Stati Uniti) ma non dall’anima del suo Paese, che lotta da anni contro ogni limitazione dei diritti civili, per il rispetto delle donne. Masih rischia la vita e nemmeno una quotidianità così dolorosa e precaria basta a zittirla, usa quotidianamente i profili social per raccontare la propria battaglia, aggiornare i suoi connazionali e non solo: più di 6 milioni di persone la seguono su Instagram e ha raccontato la sua esperienza anche in un libro, “Il vento fra i capelli” (Nessun Dogma, 2020). In “Be My Voice” sono raccolte testimonianze e video inediti, che portano ad altissimo ritmo dentro un fronte di battaglia che conosciamo ancora troppo poco.
La battaglia del popolo iraniano è combattuta anche dalla regista Nahid Perrson: nel 2007 è stata arrestata e imprigionata con l’accusa di aver infamato il proprio Paese mentre girava uno dei suoi documentari più famosi, sulla storia di alcune prostitute in Iran, “Prostitution Behind the Veil” nel 2004. Altri suoi celebri lavori sono “My Stolen Revolution” (2013), “The Last Days of Life” (2012), “The Queen and I” (2009), “My mother - A Persian Princess” (2000), “The End of Exile” (1999). Una donna fiera e coraggiosa che ha trasformato l’arte in uno strumento di lotta civile.
Essere la voce di chi alla propria voce ha dovuto rinunciare. Essere il punto di connessione tra chi non può parlare e chi, invece, è libero di ascoltare. Questa è l’urgenza narrativa di “Be My Voice”, il nuovo documentario della regista Nahid Persson, film-maker iraniana naturalizzata svedese che racconta una donna, un popolo, una scelta. È la storia di Masih Alinejad, giornalista e attivista, diventata la voce delle donne iraniane nelle battaglie di civiltà e nella ribellione contro l'hijab forzato: guida uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nell’Iran di oggi e usa la sua libertà in esilio per dare voce alla protesta nel suo paese d’origine. Una guerriera lontana dalla sua terra (oggi vive sotto protezione negli Stati Uniti) ma non dall’anima del suo Paese, che lotta da anni contro ogni limitazione dei diritti civili, per il rispetto delle donne. Masih rischia la vita e nemmeno una quotidianità così dolorosa e precaria basta a zittirla, usa quotidianamente i profili social per raccontare la propria battaglia, aggiornare i suoi connazionali e non solo: più di 6 milioni di persone la seguono su Instagram e ha raccontato la sua esperienza anche in un libro, “Il vento fra i capelli” (Nessun Dogma, 2020). In “Be My Voice” sono raccolte testimonianze e video inediti, che portano ad altissimo ritmo dentro un fronte di battaglia che conosciamo ancora troppo poco.
La battaglia del popolo iraniano è combattuta anche dalla regista Nahid Perrson: nel 2007 è stata arrestata e imprigionata con l’accusa di aver infamato il proprio Paese mentre girava uno dei suoi documentari più famosi, sulla storia di alcune prostitute in Iran, “Prostitution Behind the Veil” nel 2004. Altri suoi celebri lavori sono “My Stolen Revolution” (2013), “The Last Days of Life” (2012), “The Queen and I” (2009), “My mother - A Persian Princess” (2000), “The End of Exile” (1999). Una donna fiera e coraggiosa che ha trasformato l’arte in uno strumento di lotta civile.