Ritorno a Trieste. Lucio Saffaro tra arte e scienza
nedelja 06.03.2022
– nedelja 26.06.2022
Magazzino 26
– nedelja 26.06.2022
Magazzino 26
Per comprendere al meglio la poetica di Lucio Saffaro – pittore, poeta e scienziato – sono state programmate nuove visite guidate gratuite per gruppi e singoli (massimo 15 persone) nel mese di maggio: venerdì 13, sabato 14 e domenica 15. Proseguono, al contempo, le visite guidate gratuite per le scuole ogni mercoledì, giovedì e venerdì.
Per le visite guidate a cura di Immaginario Scientifico è necessaria la prenotazione nel sito www.mostrasaffarotrieste.com/book-online
Una grande mostra nella sua città natale riporta l’attenzione sull’opera pittorica e grafica di Lucio Saffaro, singolare figura intellettuale del secondo novecento: pittore, scrittore, poeta e scienziato, artista rinascimentale e mitteleuropeo ad un tempo. Arte e scienza unite nella costante ricerca dell’infinto e della perfezione. Figure enigmatiche, poliedri solitari per interrogarsi sull’Io e sulla finitezza dell’uomo. Una riscoperta, un atteso ritorno, una personalità artistica e intellettuale incredibile. La singolarità della figura di Lucio Saffaro (Trieste 1929 - Bologna 1998), pittore, scrittore, poeta e matematico , e la complessità del suo universo – la sua costante ricerca dell’infinito e della perfezione attraverso gli enigmi dello spazio e del tempo e le esplorazioni del pensiero - appaiono con travolgente evidenza soprattutto nelle sue opere pittoriche e grafiche. Quasi 90 lavori di questo straordinario artista e intellettuale saranno riuniti nella mostra “ Ritorno a Trieste. Lucio Saffaro tra arte e scienza” in programma nel rinnovato Magazzino 26, nel Porto Vecchio della città giuliana, dal 6 marzo al 26 giugno 2022 ; mostra che riscopre un grande protagonista dello scenario intellettuale del secondo novecento e dà conto dell’originalità di Saffaro nel contesto della cultura e dell’arte italiana del tempo. In effetti la poetica dell’artista triestino , che lascia la città di Svevo in giovane età per svolgere i suoi studi di Fisica pura a Bologna, città d’elezione anche dal punto di vista artistico - si sviluppa autonomamente rispetto alle tendenze contemporanee , attraverso una concezione estetica che si pone sotto il segno di una costante ricerca della “differenza” nei confronti dei movimenti avanguardistici e degli sperimentalismi linguistici del secondo ‘900. Un’autonomia dalle correnti principali che forse ha reso difficile la conoscenza e la familiarità da parte del grande pubblico con l’arte di Saffaro, seppure egli abbia esposto alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e in molte altre importanti rassegne in Italia e all’estero e nonostante i maggiori critici e storici dell’arte del Novecento (come Arcangeli, Accame, Calvesi, Quintavalle, Barilli e tanti altri) abbiano invece lungamente scritto e riflettuto intorno ad essa e all’affascinante personalità di un artista e intellettuale che può definirsi rinascimentale e mitteleuropeo ad un tempo. Pur rifiutando la definizione di artista-matematico, Saffaro ha saputo coniugare la sua profonda cultura scientifica con la costante indagine pittografica di forme simboliche legate allo spazio e al tempo, agli interrogativi che essi pongono e alle infinite indagini mentali ed estetiche da essi suggerite. Scientificamente consapevole, come egli stesso scrive, “ dell’immensità di ciò che non conosciamo” e dei “limiti del nostro sapere” , costantemente teso alla comprensione dell’incomprensibile, al discernimento e all’esplorazione di dimensioni altre, ignote e ancora misteriose, egli è un artista modernissimo e antico ad un tempo . Un percorso cronologico, stilistico e tematico che rivela anche la complessità delle fonti iconografiche ed erudite alle quali il pittore triestino attinge con sottile vena citazionista: dagli artisti ( Piero della Francesca, Paolo Uccello, Raffaello, Vermeer, Durer, Murillo, Goya, ecc.) ai luoghi dell’Antica Grecia (Dodona, Micene, Cnosso); dalle figure mitologiche (Elena Cassandra, Proserpina, Andromaca, ecc.) a quelle letterarie (Ulisse, Penelope). Ma la rassegna assume un particolare significato anche in relazione alle origini triestine di Saffaro e alla sua cultura mitteleuropea come matrice delle tensioni esistenziali che caratterizzano la sua evoluzione intellettuale e artistica. La mostra a ingresso gratuito - accompagnata da catalogo edito per i tipi della Bononia University Press propone nel percorso contribuiti video-documentari e la proiezione del film “Lucio Saffaro, un pittore tra scienza e umanesimo” prodotto da Rai Cultura, con la regia Giosuè Boetto Cohen
dalle ore 10:00 alle ore 14:00 e
dalle ore 16:00 alle ore 20:00
compresi i giorni:
17 aprile (domenica di Pasqua)
18 aprile, (lunedì di Pasqua)
25 aprile (festa della Liberazione)
1° maggio (festa del Lavoro)
2 giugno 2022 (festa della Repubblica)
Per le visite guidate a cura di Immaginario Scientifico è necessaria la prenotazione nel sito www.mostrasaffarotrieste.com/book-online
Una grande mostra nella sua città natale riporta l’attenzione sull’opera pittorica e grafica di Lucio Saffaro, singolare figura intellettuale del secondo novecento: pittore, scrittore, poeta e scienziato, artista rinascimentale e mitteleuropeo ad un tempo. Arte e scienza unite nella costante ricerca dell’infinto e della perfezione. Figure enigmatiche, poliedri solitari per interrogarsi sull’Io e sulla finitezza dell’uomo. Una riscoperta, un atteso ritorno, una personalità artistica e intellettuale incredibile. La singolarità della figura di Lucio Saffaro (Trieste 1929 - Bologna 1998), pittore, scrittore, poeta e matematico , e la complessità del suo universo – la sua costante ricerca dell’infinito e della perfezione attraverso gli enigmi dello spazio e del tempo e le esplorazioni del pensiero - appaiono con travolgente evidenza soprattutto nelle sue opere pittoriche e grafiche. Quasi 90 lavori di questo straordinario artista e intellettuale saranno riuniti nella mostra “ Ritorno a Trieste. Lucio Saffaro tra arte e scienza” in programma nel rinnovato Magazzino 26, nel Porto Vecchio della città giuliana, dal 6 marzo al 26 giugno 2022 ; mostra che riscopre un grande protagonista dello scenario intellettuale del secondo novecento e dà conto dell’originalità di Saffaro nel contesto della cultura e dell’arte italiana del tempo. In effetti la poetica dell’artista triestino , che lascia la città di Svevo in giovane età per svolgere i suoi studi di Fisica pura a Bologna, città d’elezione anche dal punto di vista artistico - si sviluppa autonomamente rispetto alle tendenze contemporanee , attraverso una concezione estetica che si pone sotto il segno di una costante ricerca della “differenza” nei confronti dei movimenti avanguardistici e degli sperimentalismi linguistici del secondo ‘900. Un’autonomia dalle correnti principali che forse ha reso difficile la conoscenza e la familiarità da parte del grande pubblico con l’arte di Saffaro, seppure egli abbia esposto alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e in molte altre importanti rassegne in Italia e all’estero e nonostante i maggiori critici e storici dell’arte del Novecento (come Arcangeli, Accame, Calvesi, Quintavalle, Barilli e tanti altri) abbiano invece lungamente scritto e riflettuto intorno ad essa e all’affascinante personalità di un artista e intellettuale che può definirsi rinascimentale e mitteleuropeo ad un tempo. Pur rifiutando la definizione di artista-matematico, Saffaro ha saputo coniugare la sua profonda cultura scientifica con la costante indagine pittografica di forme simboliche legate allo spazio e al tempo, agli interrogativi che essi pongono e alle infinite indagini mentali ed estetiche da essi suggerite. Scientificamente consapevole, come egli stesso scrive, “ dell’immensità di ciò che non conosciamo” e dei “limiti del nostro sapere” , costantemente teso alla comprensione dell’incomprensibile, al discernimento e all’esplorazione di dimensioni altre, ignote e ancora misteriose, egli è un artista modernissimo e antico ad un tempo . Un percorso cronologico, stilistico e tematico che rivela anche la complessità delle fonti iconografiche ed erudite alle quali il pittore triestino attinge con sottile vena citazionista: dagli artisti ( Piero della Francesca, Paolo Uccello, Raffaello, Vermeer, Durer, Murillo, Goya, ecc.) ai luoghi dell’Antica Grecia (Dodona, Micene, Cnosso); dalle figure mitologiche (Elena Cassandra, Proserpina, Andromaca, ecc.) a quelle letterarie (Ulisse, Penelope). Ma la rassegna assume un particolare significato anche in relazione alle origini triestine di Saffaro e alla sua cultura mitteleuropea come matrice delle tensioni esistenziali che caratterizzano la sua evoluzione intellettuale e artistica. La mostra a ingresso gratuito - accompagnata da catalogo edito per i tipi della Bononia University Press propone nel percorso contribuiti video-documentari e la proiezione del film “Lucio Saffaro, un pittore tra scienza e umanesimo” prodotto da Rai Cultura, con la regia Giosuè Boetto Cohen
Sede: Trieste, Magazzino 26 / Porto Vecchio
Aperto fino al 26 giugno
dal mercoledì alla domenica
dalle ore 10:00 alle ore 14:00 e
dalle ore 16:00 alle ore 20:00
compresi i giorni:
17 aprile (domenica di Pasqua)
18 aprile, (lunedì di Pasqua)
25 aprile (festa della Liberazione)
1° maggio (festa del Lavoro)
2 giugno 2022 (festa della Repubblica)
visite guidate gratuite per il pubblico
nelle giornate di domenica 24 aprile e sabato 30 aprile
entrambe alle ore 11.
visite guidate gratuite per le scuole secondarie di I e di II grado
tutti i mercoledì, giovedì e venerdì alle ore 10 e alle ore 11.15
Magazzino 26