Fra mare e terra SEGNI D’IMPRESA in Istria Fiume e Dalmazia fra ‘800 e ‘900
četrtek 10.10.2019
Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata
Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata
Giovedì 10 ottobre ULTIMA VISITA GUIDATA alle ore 17.00 con ingresso libero alla mostra
“ Fra mare e terra SEGNI D’IMPRESA in Istria Fiume e Dalmazia fra ‘800 e ‘900”
organizzata dall’ IRCI presso il museo istriano, in via Torino 8 e curata da Piero Delbello.
Va verso la conclusione, continuando con un grande successo di pubblico, la mostra “Segni d’impresa” e IL TRAGUARDO DEI 15.000 VISITATORI È STATO SUPERATO. L’esposizione si concluderà il 13 ottobre p.v. e si continua ad incrementare con nuovi “dolci” arrivi fra bottiglie originali della Luxardo di cui un esemplare del “Sangue morlacco” di dannunziana memoria e uno splendido bozzetto di Giuseppe Sigon per il maraschino concorrente della Vlahov di Zara databile a fine ‘800. E i SEGNI d’IMPRESA non possono che essere esemplificati, e questo è ciò che connota l’esposizione, proprio dal segno grafico, dalla pubblicità che le aziende vollero fare del loro prodotto. Quantitativamente (ma anche qualitativamente) le meglio rappresentate sono le fabbriche e le industrie dei liquori dove artisti come Giuseppe Sigon, agli inizi del ‘900, con la Modiano, offrirà alcune locandine e manifesti di alta qualità quali i tipi per l’Amaro Istria, della Petrali di Rovigno, o il maraschino Vlahov di Zara. Ma lo stesso Sigon connoterà i manifesti per l’Austro Americana dei lussignani Cosulich o, in tutt’alto campo, i biscotti per fabbrica Calò di Rovigno. Resteranno nell’immaginario collettivo della gente, poi, altre pubblicità create fra gli anni ’20 e ’30 del ‘900, come la tigre dell’Arrigoni, disegnata nel 1924 dal figlio d’arte Pollione Sigon o l’omino che guida la freccia dell’Italoil di Fiume, opera di Alberto Zhelizh attorno al 1930. Sino ad arrivare alla grazia leziosa che Ziliotto da alle sigarette zaratine con la donnina déco che fuma. O agli ineguagliabili figurini per gli impermeabili Pirelli per il negozio Pancirolli di Pola che seppe disegnare il triestino Giorgio Dabovich. Segni effimeri, quasi perduti, come il gattino, disegno di fumetto, Arrigo per l’Arrigoni, sempre attibuito a Omero Valenti, ma forse opera di Gustavo Petronio e poi ridisegnato mille volte da Renata Piccoli. Un gattino sbarazzino e impertinente a far guardia al pesce, segno effimero, segno quasi perduto. SEGNO d’IMPRESA, oggi ritrovato.
L’esposizione, al piano terra del Civico Museo della civiltà istriana fiumana dalmata, in via Torino 8, osservano i seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.30; sabato dalle 10.00 alle 18.30; domenica dalle 10.00 alle 17.00. L’ingresso è libero ed anche le visite guidate annunciate sono gratuite.
Va verso la conclusione, continuando con un grande successo di pubblico, la mostra “Segni d’impresa” e IL TRAGUARDO DEI 15.000 VISITATORI È STATO SUPERATO. L’esposizione si concluderà il 13 ottobre p.v. e si continua ad incrementare con nuovi “dolci” arrivi fra bottiglie originali della Luxardo di cui un esemplare del “Sangue morlacco” di dannunziana memoria e uno splendido bozzetto di Giuseppe Sigon per il maraschino concorrente della Vlahov di Zara databile a fine ‘800. E i SEGNI d’IMPRESA non possono che essere esemplificati, e questo è ciò che connota l’esposizione, proprio dal segno grafico, dalla pubblicità che le aziende vollero fare del loro prodotto. Quantitativamente (ma anche qualitativamente) le meglio rappresentate sono le fabbriche e le industrie dei liquori dove artisti come Giuseppe Sigon, agli inizi del ‘900, con la Modiano, offrirà alcune locandine e manifesti di alta qualità quali i tipi per l’Amaro Istria, della Petrali di Rovigno, o il maraschino Vlahov di Zara. Ma lo stesso Sigon connoterà i manifesti per l’Austro Americana dei lussignani Cosulich o, in tutt’alto campo, i biscotti per fabbrica Calò di Rovigno. Resteranno nell’immaginario collettivo della gente, poi, altre pubblicità create fra gli anni ’20 e ’30 del ‘900, come la tigre dell’Arrigoni, disegnata nel 1924 dal figlio d’arte Pollione Sigon o l’omino che guida la freccia dell’Italoil di Fiume, opera di Alberto Zhelizh attorno al 1930. Sino ad arrivare alla grazia leziosa che Ziliotto da alle sigarette zaratine con la donnina déco che fuma. O agli ineguagliabili figurini per gli impermeabili Pirelli per il negozio Pancirolli di Pola che seppe disegnare il triestino Giorgio Dabovich. Segni effimeri, quasi perduti, come il gattino, disegno di fumetto, Arrigo per l’Arrigoni, sempre attibuito a Omero Valenti, ma forse opera di Gustavo Petronio e poi ridisegnato mille volte da Renata Piccoli. Un gattino sbarazzino e impertinente a far guardia al pesce, segno effimero, segno quasi perduto. SEGNO d’IMPRESA, oggi ritrovato.
L’esposizione, al piano terra del Civico Museo della civiltà istriana fiumana dalmata, in via Torino 8, osservano i seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.30; sabato dalle 10.00 alle 18.30; domenica dalle 10.00 alle 17.00. L’ingresso è libero ed anche le visite guidate annunciate sono gratuite.
Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata
via torino
34100 Trieste
040 639188
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